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Secondo uno studio, il caffè riduce il rischio di tumore alla prostata

Ne bastano tre tazzine. Uno studio di ricercatori italiani non solo scagiona la bevanda dai sospetti di incidere negativamente sulla salute, ma addirittura di avere possibili effetti preventivi

caffè

Sugli effetti sulla salute del caffè se ne sono sentite negli anni di tutti i colori, nel bene e nel male. Tra i sospetti c’era che aumentasse il rischio di alcuni tipi di tumori, e di malattie di cuore. In tempi più recenti, al contrario, si sono lette notizie che sembravano trasformare il caffè nella panacea di molti mali.

L’anno scorso lo Iarc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, ha rivisto una sua precedente posizione del 1991 e dichiarato che non ci sono prove che il caffè aumenti il rischio di cancro. Semmai, per alcuni tumori, ci sono indizi che funzioni nel ridurlo. Anche il nuovo studio, realizzato da ricercatori dell’Ircss Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e l’Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma, va nella stesa direzione, individuando in maniera circostanziata un vantaggio specifico per il tumore della prostata.

“Analizzando le abitudini relative al consumo di caffè di 7mila uomini partecipanti allo studio e mettendole a confronto con i casi di cancro alla prostata che si sono verificati nel corso del tempo, abbiamo potuto evidenziare una netta riduzione di rischio, il 53 per cento, in chi ne beveva più di tre tazzine al giorno” ha spiegato George Pounis, ricercatore a Neuromed e primo autore del lavoro pubblicato sulla rivista International Journal of Cancer.

I ricercatori hanno cercato una conferma di questo dato testando l’azione di estratti di caffè su cellule di tumore della prostata coltivate in laboratorio. Mentre gli estratti contenenti caffeina si sono dimostrati in grado di ridurre in modo significativo la proliferazione delle cellule cancerose e la loro capacità di metastatizzare, quelli di caffè decaffeinato non hanno invece prodotto alcun effetto.

In base a questo studio sembrerebbe insomma che la responsabile dell’azione protettiva sia la caffeina, e non altre sostanze antiossidanti presenti nel caffè, come è stato ipotizzato in passato.

Fonte: Panorama

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